La grande opportunità dell’Energy Saving per le PMI italiane
I dati parlano da soli: come riporta un recente rapporto di Confartigianato, la bolletta elettrica delle PMI italiane è la più cara d’Europa. Gli artigiani e i piccoli imprenditori che consumano fino a 20 MWh (vale a dire l’87,8% dei punti di prelievo del mercato elettrico non domestico) pagano il prezzo più alto dell’elettricità nell’Unione Europea, superiore del 18,1% rispetto alla media di realtà simili dei Paesi dell’Eurozona. Un gap che si mantiene costante da anni: dal 2008 al 2020, infatti, il maggiore costo dell’elettricità pagato dalle PMI rispetto all’Unione Europea si attesta su una media del 25,5%.
In un quadro come questo, appare chiaro come attuare politiche di risparmio energetico in azienda rappresenti un valido aiuto per ridurre il peso della bolletta energetica, consentendo di abbattere i costi e aumentare quindi la competitività delle PMI italiane. Ma non è solo una questione di costi. Perorare la causa dell’Energy Saving significa anche dare alle PMI italiane la possibilità di contribuire in maniera attiva al raggiungimento degli obiettivi climatici ed energetici in vista del 2030, favorendo la riduzione delle emissioni di CO2 e contribuendo a un’effettiva transizione ecologica ed energetica. Inoltre le PMI italiane hanno molteplici opportunità di accedere a incentivi pubblici per gli interventi di efficientamento, tra interventi statali (PNRR – Rivoluzione verde e transizione ecologica, Incentivi GSE) e regionali (POR FESR, Fondi Rotativi).
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Energy Saving delle PMI italiane: un aiuto concreto per l’ambiente
E sembra che le PMI italiane abbiano già da tempo recepito e fatto proprio il messaggio dell’Energy Saving: secondo il Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica stilato nel 2021 dall’ENEA, sono state circa 486mila le iniziative di riqualificazione energetica intraprese e completate dalle aziende (e dai privati). Tali attività hanno perciò consentito una riduzione annua totale di circa 1.362 GWh. Più in generale i risparmi ottenuti dal 2011 al 2020 hanno consentito di raggiungere l’82% dell’obiettivo indicato nel Piano di Azione per l’Efficienza Energetica (PAEE), con una riduzione di 148.000 GWh all’ anno: di questi, il settore terziario ha ottenuto un efficientamento, derivante dal risparmio energetico, pari al 66,6% mentre l’industria ha ridotto di 38.260 GWh le sue emissioni (- 64,5%).
Energy Saving delle PMI italiane: l’accesso agli incentivi
Ma applicare il risparmio energetico in azienda significa anche beneficiare di incentivi che rappresentano un vero e proprio vantaggio strategico per le PMI italiane sul mercato. Basti pensare che, negli ultimi vent’ anni, è aumentato l’impegno da parte degli enti pubblici nel promulgare bandi e finanziamenti a supporto delle aziende che implementano nelle loro attività iniziative atte a migliorare il consumo di risorse e fonti energetiche.
Tra questi spiccano, per importanza e tra i più recenti, il cosiddetto Decreto Legge Energia e il decreto firmato dal titolare del Mise che disciplina i finanziamenti garantiti dal programma d’investimento europeo React-Eu e dai fondi di coesione. Nel primo caso si tratta di un DL recante misure urgenti per contrastare gli effetti del conflitto in Ucraina sull’economia del nostro Paese: il provvedimento, infatti, mobilita risorse provenienti dagli extra profitti delle società energetiche destinandole, in particolare, al finanziamento di interventi a tutela delle imprese nazionali e delle famiglie. Nel secondo caso, invece, un nuovo regime di aiuti per sostenere con 678 milioni di Euro gli investimenti delle PMI italiane nella realizzazione di progetti innovativi legati a tecnologie 4.0, economia circolare e risparmio energetico utilizzando le possibilità offerte dal Temporary framework comunitario.